domenica 27 gennaio 2013

Diverse tipologie di coppia nel romanzo 'Orgoglio e Pregiudizio'


Rendere omaggio a uno dei romanzi più conosciuti al mondo non è facile ma non potevo esimermi dal farlo a un giorno dalla data che celebra il bicentenario dell’opera magna di Jane Austen. Così, riflettendo su cosa poter ancora commentare da pura appassionata e senza velleità critico-letterarie, ho pensato di fare qualche considerazioni sulle coppie di più o meno fidanzati prima e in seguito sposi di ‘Orgoglio e Pregiudizio’.
La coppia di convenienza:                                                                                                          
Mr. Collins era giunto a Longbourne per scegliere una delle 5 figlie di Mr Bennet da cui avrebbe ereditato la tenuta, essendo il primo parente maschio in linea diretta di successione. Presi i voti da parroco anglicano, si era da poco infatti sistemato nella canonica gentilmente affidatagli da Lady De Bourgh, sua nobile protettrice, e come da questa stessa perentoriamente consigliato, mancava al quadretto solo una giovane moglie che si fosse presa cura di lui e della sua modesta ma dignitosa dimora. Conosciamo bene poi le vicende che lo portano a scegliere, o meglio, a ripiegare su Charlotte Lucas, cara amica di Lizzie Bennet, la quale non per amore ma, come da lei stessa dichiarato all’amica, come ultima opportunità di affrancarsi dalla famiglia, accoglie la proposta del singolare Mr Collins di buon grado. Così lui compie il suo dovere nei confronti della sua adorata protettrice e nel rispetto pieno delle convenzioni del tempo e lei, Charlotte, ventisettenne non bella e non ricca, si salva da un triste destino di povertà e umiliazione che l’avrebbe vista gravare sulle spalle degli anziani genitori. Non c’è amore in questa coppia, ma c’è il rispetto reciproco e forse in prospettiva ci sarà una forma di affetto che si consoliderà vieppiù aumenterà la figliolanza. Zia Jane sapeva bene come questo esemplare  di coppia fosse piuttosto frequente ai suoi tempi e come la donna in particolare dovesse ‘adattarvisi’ senza troppe lamentele; ma sapeva bene anche che questo tipo di ‘contratto matrimoniale’ non era per tutte, lei in primis.
La coppia romantica:                                                                                                                     
 Mi piace definire ‘romantico’ l’amore, vero in questo caso, di Jane Bennet e Mr Bingley, perché ne ha tutti i connotati. La folgorazione al primo incontro, il ballo di Meryton, dove Jane e Charles vengono presentati per la prima volta e danzano ripetutamente insieme. Il desiderio del cavaliere di aiutare la dama in difficoltà, quando Charles offre a Jane lunga ospitalità a Netherfield, quand’ella si ammala recandogli visita a causa di un acquazzone improvviso (…o quasi!). La profonda sofferenza di entrambi per la separazione voluta da altri, che non fa però che alimentare quel sentimento puro, anche se apparentemente senza lieto fine. La gioia immensa del ritrovarsi, dopo la benedizione di chi davvero conta, con tutti gli imbarazzi del caso ma con la speranza riaccesa in entrambi di coronare con uno splendido matrimonio una felice vita insieme. L’amore, l’ingenuità e la purezza sono gli aspetti che colpiscono di questa coppia, due anime così simili ed affini che non possono che stare assieme. Elemento non trascurabile poi, che completa il tutto, è il patrimonio di lui, che permetterà agli sposi di concentrasi principalmente sugli aspetti piacevoli della loro vita matrimoniale.
La coppia che scoppia:                                                                                                                  
Preferisco definirla così per il prevedibile non lieto fine che tutti immaginano, ma sarebbe stato forse più corretto, ma molto meno austeniano, definirla la coppia ‘dirty‘. Come tutti gli appassionati avranno capito, mi riferisco a Lydia Bennet e Mr George Wickham, gli scapestrati del romanzo, che poca simpatia suscitano ma che molto colore donano al perbenismo generale che caratterizza il romanzo. Lydia è la più sciocca della sorelle Bennet, ineguagliabile per la scarsa presenza di intelligenza, raffinatezza e buone maniere, nonché per l’eccessiva presenza di civetteria sconveniente per l’età posseduta, quindici anni, e di logorrea vacua molto probabilmente ereditata dalla madre. Mr. Wickham, che del ‘Signore’ ha ben poco, è un bel giovanotto di scarsi principi morali, dissoluto e a caccia perenne di giovani signorine, meglio se accompagnate da una generosa dote. Finiscono imbrigliati entrambi nei loro sconsiderati e poco ragionati piani, che li vedono fuggire assieme senza mezzi e prospettive e all’insegna del brivido dell’avventura e null’altro. Non c’è infatti amore fra i due giovani, forse solo un’infatuazione da parte di lei, preda fin troppo facile di un libertino senza scrupoli. Zia Jane però punisce questa coppia un po’ folle, obbligandola ad un matrimonio che condannerà i coniugi ad una vita senza felicità, ricca di problemi e con il giusto di mezzi generosamente offerto da altri.
 La coppia che ci piace immaginare:     
Da sola non li avrei mai associati come coppia ma, leggendo ‘Mr Darcy’s Diary’ di Amanda Grange, l’’Orgoglio e Pregiudizio’ vissuto e narrato da Darcy, l’idea dell’autrice che si prende la libertà di aggiungere un matrimonio oltre a quelli già raccontati da Jane Austen mi è piaciuta moltissimo. Parlo del fidanzamento che Darcy annuncia alla fine del suo diario, quello di Anne, l’insipida e malaticcia figlia di Lady Catherine De Bourgh e del prestante  Colonnello Fitzwilliam cugino della stessa Anne e di Darcy. Entrambi non più giovanissimi, lei sui ventotto e lui ultratrentenne, potrebbero essere davvero una coppia ben riuscita per i seguenti motivi. Lei è una ricca ereditiera, destinata a rimanere zitella a causa degli intrighi della madre che la vuole a tutti i costi moglie di Darcy, che come sappiamo guarda a ben altri orizzonti. E’ si malaticcia e insulsa ma sembra che questo stato sia dovuto principalmente dalla presenza totalizzante e schiacciante della madre. Pertanto ci piace credere, come la Grange, che Anne, uscita dalla nefasta influenza della madre, possa anche rifiorire sia spiritualmente che fisicamente. Lui, che di cognome fa Fitzwilliam, anche se di buona famiglia ed ottima educazione, non essendo primogenito ha dovuto arruolarsi per avere un lavoro che gli consenta di vivere dignitosamente in mezzo alla nobiltà e non può concedersi un matrimonio con una giovane che non abbia una significativa dote. Fitzwilliam però è una brava persona affidabile e responsabile (è tutore di Georgiana assieme a suo cugino Darcy), è brillante e paziente, tanto da sopportare senza troppo fastidio la presenza della nobile zia. Questa presunta coppia quindi  soddisferebbe senz’altro le convenzioni del tempo e contemporaneamente possiamo anche pensare che sarebbe foriera di un bel sentimento caratterizzato non da grande passione ma senza dubbio da serenità e lieta prospettiva futura. 
La Coppia con la C maiuscola          
L’ho lasciata per ultima e non a caso la coppia d’eccellenza, protagonista del bellissimo romanzo di cui qui si racconta, quella costituita da Elizabeth Bennet e Fitzwilliam Darcy. E’ la coppia in cui vorremmo ritrovarci un po’ tutte noi donne, la coppia che non lascia spazi al dubbio che sia semplicemente perfetta. Elizabeth è una ragazza spigliata ed intelligente che nonostante non le mandi a dire a nessuno riesce però a conservare dei modi e uno stile all’altezza di ogni situazione. Non è particolarmente bella, è abbastanza carina, ma è il carattere che completa la sua bellezza interiore ed esteriore, aspetti che conquistano infine l’apparentemente irraggiungibile Mr. Darcy. Darcy è un uomo caratterialmente riservato, onesto e fedele, molto ricco e di nobili origini, e come tale diffidente verso le classi sociale ‘inferiori’. Essendo però anche piuttosto intelligente sarà in grado con l’esperienza e soprattutto l’amore di Elizabeth di rifocalizzare e correggere i pregiudizi che lo avevano caratterizzato fino al felice incontro con la sua amata. La coppia ha bisogno di fare un percorso prima di divenire tale, percorso che parte da subito con un’inevitabile attrazione che però in principio si manifesta con rifiuto e schermaglie da parte di entrambi, ma che poi un po’ alla volta evolve in una passione ed un amore profondo che rende inevitabile il lieto fine. Credo non sia opportuno aggiungere altro sui nostri due amati, soltanto che probabilmente tutte noi vorremmo avere qualcosa di Elizabeth Bennet e che sarebbe cosa buona che in giro ci fossero un po’ più Darcy!

martedì 15 gennaio 2013

Le Ladies di Jane Austen


Il 2013 si apre, per gli appassionati del genere, con l’avvio delle celebrazioni del Bicentenario di quello che viene definito il capolavoro di Jane Austen, il bellissimo romanzo ‘Orgoglio e Pregiudizio’. Facendo parte di questo nutrito gruppo di appassionati, sto partecipando a delle belle iniziative nel web sul tema e, oltre a rileggere il romanzo per l’ennesima volta (scrivo ‘ennesima’ perché davvero ho dimenticato il numero di volte), mi sono procurata e sto leggendo anche il ‘Diario di Mr Darcy’ di A. Grange, perché da poco mi sono incuriosita degli spin-off . Il coronamento del tutto sarebbe anche un bel viaggetto in quel dell’Hampshire, ma questo ahimè dovrò rimandarlo ancora per un po’…                                                                                                                
Leggendo dunque ‘Orgoglio e Pregiudizio’ trovo davvero interessante e singolare, ma anche in linea con il pensiero della scrittrice verso tutto ciò che era la nobiltà di allora, la descrizione della Lady per eccellenza dei romanzi di Jane Austen, Lady Catherine De Bourgh. Così, partendo da una riflessione su quest’ultima, mi è venuta l’idea di metterla a confronto con le altre celebri Ladies della medesima autrice, fra cui Lady Russel di ‘Persuasione’, Lady Bertram di ‘Mansfield Park’ e, sebbene di tutt’altra età anagrafica e anche ‘stile’, la protagonista del romanzo giovanile ‘Lady Susan’.
Lady Catherine De Bourgh è l’ingombrante zia di Mr. Darcy, antagonista fino alla fine della nostra eroina Elizabeth che, appartenendo ad un rango non ritenuto all’altezza di tanto degno partito ma avendo attirato nonostante ciò troppo l’attenzione del nipote, metteva in serio pericolo la pianificazione delle successioni patrimoniali delle blasonate famiglie Darcy-De Bourgh. La Austen la descrive come non giovane, alta e robusta, dai lineamenti marcati rivelatori però di una passata bellezza; austera ed autoritaria quanto basta per esprimere tutta la sua superiorità di rango verso coloro che appartenevano a ceti non nobili. Piuttosto arrogante e chiacchierona la Lady in questione tende a monopolizzare i suoi interlocutori mettendoli spesso di fronte ai loro limiti o inadeguatezze, come fa ad esempio con Lizzie Bennet riguardo le sue doti musicali mal coltivate, ma con una naturalezza tale come se fosse suo compito redarguirli e correggerne le cattive inclinazioni. Lady De Bourgh non è adusa ad essere contraddetta tanto più rispetto ai suoi piani successori da lei prestabiliti e sempre secondo lei  immutabili, che vedevano il povero Darcy unito in un triste matrimonio con l’insignificante e malaticcia cugina Anne. Come già più sopra detto quindi, Lady Catherine De Bourgh gareggia per il primato della Lady ‘cattiva’ per eccellenza. Bellissima l’interpretazione dell’attrice Judi Dench nel film di Joe Wright del 2005.
Lady Russel è la cara amica della madre scomparsa di Anne Elliot, la protagonista di ‘Persuasione’ alla quale si deve il titolo del romanzo. E’ lei infatti la nobildonna che promette alla madre morente di Anne di prendersi cura della figlia prediletta e lo fa persuadendo l’ingenua diciannovenne a rompere il fidanzamento con un giovane e non ancora Capitano Frederick Wentworth, di modeste origini ma destinato in seguito a fare fortuna grazie alla carriera di ufficiale della Marina Inglese. L’influenza di Lady Russel appare in tutto il romanzo come esercitata a buon fine, nell’esclusivo interesse di Anne, che per certi versi viene considerata la diretta responsabile della facile malleabilità di cui si fa oggetto, anche a scapito di quello che si rivelerà il vero amore della sua vita. Lady Russel non risulta una donna arrogante e fredda, ma anzi forse è l’unica che dimostra un sincero affetto per la bistrattata Anne, quindi è difficile allocarla del tutto fra le Ladies ‘cattive’. Sicuramente l’adesione totale ad una visione stereotipata ed ottusa propria della upperclass del tempo a cui appartiene, la porta però ad agire con sprezzo e distacco verso coloro che vengono ritenuti di classe inferiore e quindi Lady Russel non si affranca del tutto da essere considerato personaggio negativo. Molto materna e dolce l’interpretazione dell’attrice Alice Krige nella miniserie BBC di ‘Persuasion’ del 2007.
Lady Bertram, la mamma di Edmund, protagonista maschile di ‘Mansfield Park’  mi è di una simpatia infinita perché, pur essendo per certi versi la Lady più insulsa che si incontra nei romanzi austeniani, è anche quella che mi fa ridere di più. Viene infatti rappresentata come una sonnolente signora, che risponde fuori tempo massimo alle domande poste dal marito o dai figli e il più delle volte con parole messele in bocca da questi stessi. Si addormenta qua e là senza accorgersi di cosa i figli ormai grandicelli le combinano sotto gli occhi e non si separa mai dai suoi adorati cagnolini. In un lavoro che ho letto, che cercava di descrivere i caratteri dei personaggi di ‘Mansfiled Park’ qualcuno si era posto seriamente la domanda se Lady Bertram non fosse uno zombie!! E’ lei però che al termine del romanzo in qualche modo e per prima benedice l’unione di Fanny con il suo figliolo, perché in Fanny ripone tutte le speranze di avere un sicuro ed affettuoso bastone per la vecchiaia, perdute invece nei confronti delle due figliole di costumi più frivoli ed audaci. Per riassumere quindi, nella mia personalissima classifica, Lady Bertram è la Lady meno negativa fra quelle qui citate. Riuscita l'interpretazione dell'attriceJemma Redgrave nel film TV del 2007.
Infine a Lady Susan, a cui la Austen ha dedicato un promettente romanzo giovanile in forma epistolare, si può assegnare il palmarès dell’intrigo, della sensualità e dell’assenza totale di qualsiasi forma di affetto materno che mai sia stato rappresentato nei romanzi di zia Jane. Ancora giovane, probabilmente sui 35 anni, vedova non troppo infelice, molto bella e sensuale, calcolatrice nei confronti sia di uomini già sposati e quindi in teoria maturi, sia di giovani ereditieri di belle speranze, viene descritta come una affascinante affabulatrice a caccia di dote per se stessa e per l’ingenua e mal sopportata figliola, Frederica, che confina ora da parenti ora in collegio, pur di non averla in mezzo durante i suoi intrighi. Sembra quasi farcela a sposare il giovane promettente cugino, ma alla fine la Austen la fa soccombere alle sue cattiverie e perversità destinando a lei il partito che originariamente voleva affibiare alla figlia, Mr Martin, e coronando nel sentimento invece l’unione fra la figliola e il cugino ambito dalla stessa Lady Susan.
Quanto a cattiveria e negatività Lady Susan batte tutte le sue colleghe perché, se anche gareggia quasi a pari merito con Lady De Bourgh, a quest’ultima potrebbe essere lasciato il beneficio dell’anzianità da una parte e, dall’altro, del rango effettivo che possiede che la porta ‘naturalmente’ a comportarsi come colei che ‘non può chiedere nulla di più alla vita’.

sabato 5 gennaio 2013

Epifania, befane e streghe, tra rituali e racconti di paura

Eccoci dunque quasi arrivati al 6 Gennaio, giornata che segna il termine delle festività natalizie e che a seconda che si segua la tradizione cristiana o pagana - o in molti casi entrambe - va a celebrare ritualità diverse.
Foto promozionale Proloco Morsano al Tagl.to
Cristianamente parlando l'Epifania segna l'arrivo dei Re Magi a Betlemme che portano i loro doni a Gesu' bambino; dal punto di vista pagano invece si rinnovano i rituali legati all'agricoltura perchè siano di buon auspicio per l'anno nuovo. Ad esempio, in Veneto Orientale e in Friuli Venezia Giulia, tra il 5 e il 6 Gennaio si vanno a vedere le 'casere' (o 'foghere') o i 'pignarul', grandi falò con in cima un fantoccio di una 'vecchia' (la strega), e si dice che, in base a dove si diriga il fumo, si può prevedere se il raccolto del nuovo anno sarà buono o meno. L'occasione è coronata da vin brulè caldo, pinza (il tipico dolce della Befana) e fuochi d'artificio.
La Befana poi è molto attesa dai bambini perchè, lontana parente di Babbo Natale e munita di mezzo di locomozione piu' semplice ma ugualmente magico, la scopa volante, porta dolci o carbone a seconda se i bambini sono stati buoni o meno nell'anno appena trascorso.
Ma, anche se buona,  sempre di strega trattasi, per cui per l'occasione ho rispolverato - non la mia scopa e il sacco, ma - un racconto dell'800 di streghe e fantasmi di Elizabeth Gaskell, l'ottima autrice fra gli altri di 'North and South' e 'Cranford', che da qualche tempo si riesce a trovare tradotto in italiano nella raccolta 'Storie di bimbe, di donne, di streghe' edito da Giunti. 

 La storia si intitola 'Il racconto della vecchia balia' e narra le vicende della balia del titolo da giovane che, dovendosi occupare della piccola figlia di un benestante uomo di Chiesa, Miss Rosamond, rimasta orfana di entrambi i genitori, viene trasferita con la bimba presso una antica tenuta in cui  vive una di lei anziana parente. La casa è molto grande e circondata da un fitto e oscuro giardino-bosco con i rami delle grandi querce che sembrano quasi entrare nelle finestre delle due principali sezioni della casa, l'ala ovest e l'ala est, quella che da subito appare come la più misteriosa. Nella hall della sinistra magione spiccano un immenso camino, apparentemente spento da molto e un mastoso organo incastonato nel muro. L'accoglienza non è delle più calorose sia da parte dell'anziana algida padrona di casa, Miss Furnivall, che da parte della sua dama di compagnia, una donna altrettanto anziana e dall'aspetto severo e freddo che lascia ben poco spazio alle confidenze. Così passano i primi giorni delle due nuove inquiline fintanto che una notte la balia si accorge che qualcuno suona l'organo e un bel giorno Rosamond segue in piena tormenta di neve una piccola bambina che la chiama e la invita ad andare presso un grande albero sotto cui si lamenta una bellissima signora. Rosamond viene trovata svenuta e semi assiderata da un pastore e la balia, che non crede ad una parola di quanto raccontato dalla bambina circa gli incontri fatti, dovrà presto ravvedersi perchè vedrà con i suoi stessi occhi i fantasmi di cui la magione sembra infestata. Le cose precipitano e una delle domestiche narra alla balia, che la interroga con insistenza su quelle stranezze, i tristi segreti che nasconde quella casa. Si viene a sapere che l'anziana Miss Furnivall era una bellissima donna che un tempo si era contesa l'amore con la sorella minore, altrettanto bella, per un musicista straniero, portato a casa dal padre dopo la morte della moglie per allietare le sue giornate. Siccome il vedovo e le figlie quanto a carattere erano conosciuti come scontrosi, diffidenti e selvaggiamente passionali si scatenò in casa un dramma vero e proprio che prima vide protagoniste le sorelle che a colpi di schermaglie reciproche cercarono di prevalere l'una sull'altra nella conquista del giovane malcapitato; successivamente l'apparente vittoria della più piccola delle due, che all'insaputa di tutti sposò il musicista dal quale ebbe anche una bimba, si trasformò in sconfitta quando, non potendo rivelare nulla, fu costretta anche ad abbandonare momentaneamente la piccola; da ultima si scatenò la furia del vecchio padre che,  scoprendo i segreti della figlia minore che da ultimo era riuscita a riunirsi con la sua piccola portandola nelle stanze dell'ala est della casa in gran segreto, scacciò in mezzo ad una tormenta di neve entrambe lasciandole morire dal freddo e dalla fame. In più, in quel caso pietoso si venne anche a sapere che la sorella maggiore, ovvero la vecchia Furnivall, non mosse un dito quasi in segno di vendetta verso l'antagonista sorella.
Il racconto termina con la comparsa in contemporanea del fantasma del vecchio, della sorella morta e della sua piccola in una scena di rinnovata violenza  e, colpo di scena, di un quarto fantasma che altro non è che quello della sorella maggiore giovane e bella, che interviene mostrando tutta la sua malvagità davanti alle attonite balia, Rosamond e Miss Furnivall stessa in età avanzata...

Chiudo qui il post epifanico augurando a tutti buona Befana e buon proseguimento di Anno Nuovo







giovedì 3 gennaio 2013

Mattino d'inverno

Gelo e sole; giornata mirabile!

e tu sonnecchi, o mia adorabile-
su bella, di svegliarsi è ora:
dischiudi gli occhi di piacere,
stella del Nord fatti vedere
incontro alla nordica aurora!

ieri sera era tormenta
e fosco il cielo, buia tenda;
la luna, pallida chiazza,
ingialliva fra nuvole gravi,
e tutta mesta tu sedevi-
ma adesso... guarda alla finestra:

sotto quel cielo azzurrissimo,
stesa la neve, al sole splende;
soltanto il bosco nereggia,
l'abete alla brina verdeggia,
di ghiaccio il ruscello lucente.

Una luce ambrata si posa
su tutta la stanza. E' festosa
la stufa che accesa scricchia.
Al caldo bello meditare.
Ma perchè non far attaccare
la morellina alla slitta?

Sulla neve del mattino
con l'impaziente cavallino
Mia cara, svelti scivolando
vedremo i campi sterminati,
i boschi, da poco spogliati,
e quella riva che amo tanto.
Pushkin, 1829, trad. G. Giudici e G. Spendel

Con questa meravigliosa poesia di Pushkin saluto le Dolomiti, montagne adorate, che stanno accogliendo i nostri ultimi giorni di ferie.