domenica 15 marzo 2015

‘Outlander’ ed il perché la saga di Claire Beauchamp rischia di travolgerti e di riportarti nel giro di pochi mesi a riconquistare l’equilibrio perduto.

Sono diverse le letture che mi hanno tenuto compagnia nell’ultimo periodo, e di cui ogni volta ero pronta a scrivere una riflessione per condividere la piacevolezza o le perplessità che ne erano conseguite;
ma ogni volta passando da un libro all’altro, come spesso mi succede, dovendo scegliere se dedicare due ore alla lettura o allo scrivere propendo inevitabilmente per la prima soluzione e, senza accorgermi quasi, mi trovo a constatare che è passato più di un mese dall’ultimo post pubblicato. Ma c’è un’altra ragione che mi ha fatto allungare (o sospendere?) il tempo per dedicarmi adeguatamente al mio blog, ovvero l’incontro casuale con una serie TV appena partita e la scoperta della relativa saga scritta da Diana Gabaldon meglio nota al pubblico come ‘Outlander’. Sono piuttosto selettiva in merito alle serie TV sebbene mi piacerebbe seguirne molte e la selettività deriva dal poco tempo a disposizione per dedicarmici con costanza, per cui, un po’ come succede con i libri, cerco di decidere da alcuni elementi se fanno al caso mio e poi, come in questo caso o come in quello di Downtown Abbey, ne vengo completamente travolta. Gli elementi che mi hanno fatto scegliere negli ultimi dieci giorni di attendere con ansia la prima TV della 1° puntata di
Outlander su Sky e poi di recuperare in velocità l’intera prima serie e di guardarmela in una notte e mezza, nonchè di leggermi anche il primo libro sono stati i seguenti:
  - il periodo storico interessato: partenza nel 1945 e proseguio in quasi due secoli prima, nel 1743.
   -  l’insolito triangolo d’amore, fra Claire, la protagonista, Frank, il marito del ventesimo secolo appena ritrovato dopo una lunga separazione dovuta alla Seconda Grande Guerra e il giovane Higlhlander Jamie, anch’egli marito nel giro di poco più di un mese dal primo rocambolesco incontro con la nostra eroina;
-       L’impossibilità di incontro fra i due pretendenti ma soprattutto l’amore vero, profondo ma così diverso per i due uomini che finalmente mette in discussione il concetto di anima gemella o il mito platoniano delle due metà.
-       La Scozia, i suoi paesaggi, la sua affascinante e misteriosa cultura e i miti e le tradizioni popolari pregne di culti e magie che ci portano in questa saga ad indagare ancora sul mistero dei complessi megalitici tipo Stonehenge, qui chiamato Craig na Dun.
-       Gli interpreti della serie TV prodotta da Starz, primo fra tutti il ritrovato cugino William Walter Elliot di Anne Elliot di ‘Persuasion’, mio personaggio preferito delle opere Austeniane: l’attore londinese Tobias Menzies, anche qui colto ed educato gentiluomo dalle inaspettate sfumature da una parte e dalla straordinaria capacità di tirar fuori un lato così nero, inquietante e crudele da renderne fastidiosa quasi la visione (n.b. interpreta due personaggi imparentati genealogicamente ma che hanno vissuto in due epoche diverse).
Sam Heughan, scozzese verace, bellissimo, passionale, perfetto per quella parte. E infine Catriona Balfe, attrice e modella irlandese che all’inizio si fatica un po’ a decidere se sia il personaggio giusto per interpretare la determinata e intensa Claire, ma man mano che si procede nella visione, si conferma essere a mio avviso una scelta perfetta. Davvero bravissimi e con loro aggiungerei Graham Mc Tavish, di hobbittiana memoria, che interpreta Dougal il nobile zio materno di Jamie, che non riesce del tutto a nascondere sentimenti contrastanti verso Claire, la straniera.
Romanticismo, fantascienza, storia ed avventure epiche si condensano in questo racconto laddove la duplice storia d’amore è dovuta ad un viaggio temporale che porta Claire due secoli prima dopo aver toccato le pietre di Craig na dun; e le avventure e/o disavventure della stessa si collocano nel periodo degli scontri giacobiti dove gli scozzesi ribelli tentano invano di sostenere il ritorno degli Stuart al trono soccombendo in modo tragico all’allora esercito più potente del mondo, quello inglese.

Potrei stare qui a lungo a parlare di come sia impossibile non innamorarsi di Jamie, giovane guerriero bellissimo, valoroso e romantico, ma anche fedele alla sua famiglia e alle sue tradizioni tanto da pretendere che il matrimonio combinato avesse comunque tutti i riguardi e le attenzioni di una cerimonia sacra. Potrei altrettanto stare a lungo a parlare di Frank, professore di Oxford e studioso appassionato di culture antiche che alimenta la mente curiosa ed intelligente di Claire aiutandola anche ad orientare i suoi interessi al termine della Grande Guerra e rinnovandole il suo amore che, sebbene mutato dagli eventi, è reale e solido. E di Claire stessa in cui molte vorrebbero riconoscersi per l’audacia, il coraggio e l’intelligenza ma anche per la raffinatezza e delicatezza che non necessariamente devono venire meno in una donna che incarna il concetto di modernità, autonomia e libertà di pensiero.

Penso che dire che la saga e la serie TV mi sia piaciuta sia superfluo, che i personaggi mi siano entrati dentro altrettanto, ma quello che davvero non sopporto delle serie TV è che è tremendamente irritante per me attendere la produzione della seconda stagione! Meno male che a spegnere questo fuoco ci sono gli altri libri della saga (almeno altri 7!) che, come spesso succede, potrebbero ridimensionare irrimediabilmente il tutto nel giro di pochi mesi e riportarmi finalmente in quella dimensione da dove sono stata ‘portata via’ da questo incontro letterario.