La Bella e
la Bestia è una famosa favola di
metà ‘700 di origini europee, forse francesi, che fu pubblicata per la prima
volta ad opera di Madame Gabrielle Suzanne Barbot de Villeneuve. Sembra che
esistano diverse versioni della favola originale ma la più nota è quella che narra di un ricco mercante che
aveva 3 figlie, di cui le due più grandi superficiali, altezzose e legate solo
ai beni materiali come ori e gioielli, la terza Bella di nome e di fatto,
ragazza semplice dolce e dai sentimenti veri.

Tutte le sorelle erano
corteggiate da ammiratori attratti anche dal ricco patrimonio che avrebbe accompagnato le future spose, ma mentre
le prime due rifiutavano malamente tutti i pretendenti, Bella faceva
altrettanto ma sempre usando estrema dolcezza e cortesia. Un giorno il mercante
perse tutte le sue fortune e nella speranza di ritrovarne una parte nell’unico
vascello ritornato in porto dopo la tremenda tempesta che aveva disperso il
resto dei suoi averi, partì per recuperare ciò che era rimasto e chiese alle
figlie che regalo volessero al suo ritorno. Le due figli maggiori chiesero che
gli venissero portati dei gioielli, mentre la più piccola chiese una rosa di
quelle che non crescevano in loco. Il mercante, partito fiducioso, fu costretto
però ad utilizzare i pochi beni ritrovati per pagare i debiti e, disperato per
il triste futuro che avrebbe atteso le sue figlie, fece ritorno a casa. Attraversando
un fitto bosco, si imbattè in un castello che non aveva mai visto e vi entrò
scoprendo che le stanze, ben arredate, pulite e scaldate sembravano accoglierlo
benevolmente, ma non vi era traccia di padroni né servitù. Ristorato dalle
fatiche, vide che in una zona del castello c’era un bellissimo giardino dove
crescevano delle bellissime e rare rose e volendo mantenere la promessa alla
figlia prediletta ne colse una. Si manifestò allora il padrone del maniero, un
essere umano ma dalle sembianze di bestia mostruosa, che adirato per
l’oltraggio subito minacciò di morte il mercante. Il mercante spiegò cosa stava
facendo e la Bestia allora gli propose in cambio della sua vita di consegnargli
la figlia, che avrebbe vissuto con lui come prigioniera ma con tutti gli agi e
le ricchezze a disposizione. Il mercante fece ritorno a casa e costretto dalle
figlie raccontò quanto gli era accaduto. Bella capì che la causa di tutto era
stata proprio la sua richiesta e decise quindi di andare di sua volontà dalla Bestia.
Trascorse del tempo in compagnia dello strano padrone che la trattava
gentilmente e la chiedeva in sposa, ma lei rifiutava sempre con gentilezza di
modi. Ma un giorno Bella venne a sapere
che il padre si era gravemente ammalato e chiese alla Bestia di poter far
ritorno a casa per accudirlo. La Bestia si oppose per un po’ ma vedendo che
Bella era sempre più triste e sconsolata alla fine le concesse di visitare il
padre a patto che dopo una settimana facesse ritorno da lui, altrimenti sarebbe
morto dallo strazio causato dalla sua assenza. Bella promise e arrivata a casa
fu convinta dalle sorelle, invidiose di vederla ben vestita e in salute, a
fermarsi oltre il tempo concesso dalla Bestia.

Dopo un po’ di tempo Bella si
pentì di aver infranto la promessa e fece ritorno al castello dove trovò la
Bestia agonizzante a causa sua. Alla fine Bella si rese conto del grande amore
che legava reciprocamente lei e la Bestia e decise di accettare la sua proposta
di matrimonio. La Bestia si trasformò in
un bellissimo principe che spiegò a Bella di come era stato costretto in quei
mostruosi panni da un sortilegio malefico di una strega e il tutto si concluse
nei migliori dei modi per i due giovani sposi e il padre che nel frattempo era
andato a vivere con loro. Solo le sorelle furono trasformate in statue ed
obbligate ad osservare inermi la felicità
di chi avevano tanto invidiato.
La metafora
dell’andar oltre alle apparenze, come l’ammonimento a non essere superficiali e
legati solo ai beni materiali o invidiosi di quanto possiedono gli altri, è lo
scopo di questa bella favola, di cui negli anni sono state fatte diverse
trasposizioni cinematografiche e televisive.
La più nota trasposizione
è quella del film cartoon della Disney del 1991, molto fedele alla fiaba originale
e strepitosa per i disegni dei costumi e delle scene più importanti come ad
esempio quella del ballo di Bella con la Bestia. Il film Disney ha vinto 2
Oscar, per la miglior colonna sonora e canzone e 3 Golden Globes ed è inoltre
uno degli ultimi capolavori disegnati ancora con la tecnica a mano e non
esclusivamente digitale.

Negli anni ’80 e
precisamente nel 1987 aveva ottenuto un buon successo di pubblico la
trasposizione moderna della fiaba nella serie TV ‘Beauty and the Beast’ con Linda Hamilton nei panni
dell’avvocatessa Catherine-Bella e Ron Perlman nei panni del deforme Vincent.
La serie era ambientata a New York in tempi moderni e parlava della Bestia-Vincent
che viveva nascosto nella struttura
fognaria della città. Salvata Bella da morte sicura dopo un’aggressione, superato
lo shock iniziale di lei alla vista di lui, i due si conoscono, innamorano e
comunicando telepaticamente aiutano anche la polizia a risolvere dei casi. La
storia d’amore in questa serie ha un triste finale: Catherine infatti viene
uccisa dal killer che ne rapisce anche il figlio avuto da Vincent, ma questi
riuscirà a salvarlo e a portarlo nei sotterranei al sicuro. Ricordo che questa
serie, molto anni ottanta sia per le spalline che abbondavano nei costumi di
scena che per l’improbabile e voluminosa permanente con cui era acconciata la
testa leonina della Bestia, mi era piaciuta davvero molto, soprattutto per
l’intensità del sentimento che i due protagonisti sapevano trasmettere!

Del 2011 invece è
il poco riuscito teen-movie ‘Beastly’
con Mary Kate Olsen, Vanessa Hudgens e Alex Pettyfer che traspone la bella
fiaba ai giorni d’oggi e in mezzo a problematiche di bullismo e classismo del
periodo scolastico. La Olsen-strega dark di nome Kendra, stanca degli scherzi e
insulti subiti, lancia infatti un sortilegio al più ricco, viziato e belloccio
della High School (Pettyfer), trasformandolo in un mostro calvo e sfregiato (da
un super tatuaggio-cicatrice ramificato in volto), specchio della sua bruttezza
interiore. Gli concede quindi 1 anno esatto per far innamorare di sé una
ragazza che deve riuscire ad andare oltre il suo aspetto esteriore, pena il
rimanere così sfigurato per sempre. Kyle-Pettyfer ci riuscirà all’ultimo con
Lindy, una compagna di classe bella ma di estrazione sociale povera a cui non
aveva mai prestato attenzione. Un po’ fantasy, molto teen ma poco convincente,
eccezion fatta per la simpatica figura del docente di Kyle-Bestia scelto
appositamente cieco dal ricco padre, che saprà comprendere il giovane molto più
del genitore freddo e disinteressato.

Dal 29 Maggio
invece hanno messo in onda su RAI 2 la nuova serie TV americana ‘Beauty and the Beast’, ultima
trasposizione moderna della fiaba con protagonisti una giovane ragazza,
Catherine (Kristin Kreur), che ha visto uccidere la madre sotto i suoi occhi da
un killer ma che è stata salvata in tempo da uno strano tipo, che poi scoprirà essere,
qualche tempo dopo divenuta detective, Vincent (Jay Ryan), il muscoloso ex
medico militare reduce dell’Afghanistan, dato per morto dal 2002. Il ragazzo è
l’unico superstite di esperimenti genetici fatti dagli americani per creare il
supersoldato, poi finiti male quando i ragazzi/bestie dotati di superpoteri
cominciano a sfuggire al controllo e a diventare pericolosi. L’esercito così
decide di sterminarli tutti ma uno si nasconde e salva. Fra la detective e il
reduce che vive nascosto dalla società si crea un rapporto di fiducia reciproca
che poi sfocerà in vero sentimento. Ho visto la prima puntata e poi ho
sbirciato su internet per saperne di più, ma la sensazione di fragilità della
sceneggiatura e qualche forzatura nei dialoghi mi è sembrata confermata dalle
critiche trovate in rete che non decretano che Beauty and the Beast sia la
serie dell’anno.
Ad ogni modo, che
le trasposizioni siano o meno riuscite, La
Bella e la Bestia è una bella storia d’amore, che si presta ad un’apparentemente
facile morale ma che a mio avviso soprattutto oggi giorno continua a
trasmettere concetti che andrebbe bene riscoprire fra i giovani (ma non solo),
primo fra tutti quello che la vera bellezza non è quella fisica o estetica che
dir si voglia, ma quella che ognuno di noi riesce a vedere nell’altro andando
oltre la prima apparenza.