
In breve, quella
che è stata la prima impresa alla regia di Mick Palansky narra di una ragazza
di stirpe nobile, Penelope, che, a causa di una maledizione lanciata contro il
suo bis bis bis nonno da una strega, è destinata, come prima figlia femmina
in ordine di discendenza a nascere con naso e orecchie da maiale e per lo più non
operabili. I genitori prima nascondono la figlia alla società simulandone la
morte e poi la fanno crescere reclusa in un carcere di lusso fino all’età del
matrimonio. Sembra infatti che solo sposando un uomo di sangue blu la
maledizione venga interrotta e che la ragazza torni ad assumere tratti
umani. Così, raggiunta l’età adulta, la madre incarica
un’agenzia matrimoniale ad ingaggiare pretendenti nobili che appena vedono dal
vivo l’aspetto della ragazza fuggono inorriditi. Uno dei pretendenti, sfuggito
all’obbligo del segreto sull’identità della strana creatura, assieme a un
giornalista che ha un conto in sospeso con la madre di Penelope organizza un
piano per far sapere a tutti cosa si cela dietro quella apparente normalità. I
due pagano un certo Max Campion, nobile squattrinato con il vizio del gioco, affinchè
incontri e
fotografi Penelope, senza sapere che in realtà il ragazzo nobile non
è. Il piano va a monte del tutto quando poi lo stesso Max, guardando oltre
l’aspetto fisico di Penelope, finisce per innamorarsi della ragazza e non
accetta né di fotografarla né di sposarla per liberarla da quella maledizione
su cui lui in realtà non avrebbe potuto fare nulla . Le cose precipitano e
Penelope fugge da casa conquistandosi quella libertà che le permetterà di farsi
degli amici e di accorgersi che la sua diversità in fondo non fa così paura
agli altri. Decide di sposarsi senza amore ma solo per interrompere la
maledizione. Sul punto di dire di si però fugge dall’altare perché, al di là dell’aspetto
su cui gli altri avevano dedicato fino ad allora molti sforzi, Penelope si era
resa conto che ciò che contava in assoluto era come era lei dentro, e questa
consapevolezza era l’unica cosa che l’avrebbe resa libera davvero.
Nell’affermare ‘io mi piaccio così’ la maledizione svanisce e come nelle
migliori favole tutto si risolve al meglio, compreso il coronamento dell’amore
con Max, il solo che era riuscito a ‘vederla’ veramente.
Pur non essendo
straordinario, questo film ha il merito di avere un cast notevole: oltre ai su
citati attori, sono presenti nel film Reese Witherspoon e Peter Dinklage attore
tanto bravo quanto davvero singolare per la sua versatilità.
Ma più di tutto,
questo film secondo me ha il merito di trattare il tema della diversità con la
delicatezza propria delle favole, con la giusta dose di humor di stampo molto inglese e dentro quella
cornice romantica senza tempo che riesce a sfumare i vizi, le brutture e la
cattiveria di chi vuole ostacolare il vero amore.