domenica 23 febbraio 2014

'Le lettere segrete di Jo' di Gabrielle Donnelly, i temi universali e il Kairós

La lettura di 'Piccole donne' e 'Piccole donne crescono' di Louisa May Alcott, da parte di una bambina o di una ragazza, è come un imprinting: questi romanzi lasciano un segno, che ogni tanto brucia piacevolmente e richiama la necessità (e sottolineo la necessità, non semplicemente la voglia) di farsi rileggere.
Se poi si guardano i film, quello del 1949 con Elizabeth Taylor o quello del 1994 con Susan Sarandon e Winona Rider, film che condensano i due romanzi in un unico svolgersi degli eventi, il sogno diventa realtà, ed ecco che anche la visione di questo o quello indifferentemente, essendo elevata la qualità di entrambi, diventa una necessità, tanto più se si sta vivendo il periodo natalizio. E' innegabile che Gabrielle Donnelly nello scrivere 'Le lettere segrete di Jo' (Ed. Giunti, 2011) abbia avuto davvero coraggio non solo ad ispirarsi ma in qualche modo ad abbozzare un sequel attraverso le lettere della famosa bisnonna che Lulu Atwater, la protagonista del romanzo, trova casualmente in soffitta. Che l'autrice abbia avuto ancora più coraggio nel far incrociare le storie delle sorelle March sia nello loro parte nota alle lettrici di tutto il mondo che in quella prodotta dalla sua fantasia, con quelle delle sorelle Atwater, così simili di carattere alle prime eppur così attuali e simile a molte ragazze moderne, è altrettanto vero. Dire però che la Donnelly abbia interrotto la magia, o che abbia in qualche modo stravolto e rovinato un capolavoro, non renderebbe onore al suo sforzo di mantenersi il più fedele possibile alla storia, allo stile e alla delicatezza con cui sono stati trattati temi quali la povertà, la morte e la carità attraverso le caleidoscopiche sfumature psicologiche delle protagoniste che la Alcott ci ha consegnato.
La Donnelly inoltre è riuscita secondo me a passare il messaggio che nonostante i tempi cambino e le mode si evolvano, i buoni sentimenti, le sofferenze e le prove della vita che in molti casi ci rendono più forti e più uniti, restano sempre gli stessi anche attraverso i secoli. E in una specie di monito che ci ricorda che sempre e comunque bisogna aver fiducia in se stessi e che bisogna seguire il proprio Kairós, (o tempo giusto) senza invece aver troppa fretta di far accadere le cose, ci consegna un piccolo gioiellino, che è in grado di lasciare belle sensazioni e di richiamare ricordi più potenti e immortali donatici dalla Alcott.



venerdì 14 febbraio 2014

Buon San Valentino

Viviamo, Lesbia mia, e amiamo
e non badiamo alle chiacchiere dei soliti vecchi troppo severi.
Il sole tramonta e poi risorge,
ma noi, una volta che il nostro breve giorno si è spento,
dobbiamo dormire una lunga notte senza fine.
Dammi mille baci, poi cento
poi altri mille, poi ancora cento
poi altri mille, poi cento ancora.
Quindi, quando saremo stanchi di contarli,
continueremo a baciarci senza pensarci,
per non spaventarci e  perché nessuno,
nessuno dei tanti che ci invidiano,
possa farci del male sapendo che si può,
coi baci, essere tanto felici.

                                                                   (Catullo)