sabato 16 marzo 2013

Nomi, significati e riferimenti


Tempo fa ho letto una critica letteraria molto interessante su ‘Jane Eyre’ di Charlotte Brontë, in cui veniva spiegata la scelta dei nomi voluti dall’autrice, con particolar riferimento ai luoghi in cui è ambientato il romanzo, e sul loro significato. Un esempio per tutti è il significato dell'incrocio di 'Whitcross', il posto sperduto in mezzo alla brughiera dove Jane, fuggita sconvolta dalla casa di Rochester in cui era governante e su cui aveva scoperto orrendi segreti, si trova a dover decidere dove proseguire la sua nuova vita apparentemente senza prospettive di felicità.
Così ho provato a fare per gioco, ma senza che vi sia dietro nessun studio etimologico serio (è doveroso anticiparlo), un esercizio di fantasia sui nomi utilizzati da Jane Austen nei suoi famosi romanzi e devo dire che qualcosina di collegabile ai caratteri dei personaggi o dei luoghi scelti è venuto fuori.

Partendo dai principi azzurri di alcuni dei 6 romanzi compiuti e più noti di zia Jane, si può riscontrare che fin dal cognome che portano, vi siano evidenze di quanto questi siano prodi cavalieri, pieni di valore ed onore.
Il Mr. Knightley del romanzo ‘Emma’ è quello che anche linguisticamente rappresenta meglio il cavaliere (‘Knight’) a tutto tondo: prestante, sicuro di sé, protettivo e con l’esperienza e l’età giusta per avere una positiva influenza sulla giovane e non sempre assennata Emma. Egli infatti è quanto di meglio la giovane eroina del romanzo può desiderare per mantenere la promessa fatta a se stessa di non abbandonare il padre, rimanere padrona di sé e non aggiungersi alla schiera delle zitelle stagionate.
Un altro cavaliere romantico che si svela a poco a poco nel bellissimo romanzo ‘Ragione e Sentimento‘, e di cui già il nome ne avrebbe anticipato le gesta è il Colonnello Brandon. Il sostantivo ‘brand‘ infatti, fra i vari significati ha anche quello di spada, che è quella che il nostro brandisce (appunto…) nel duello contro il mascalzone che ha disonorato la sua giovane protetta, figlia  presa in custodia del suo perduto primo amore. Brandon è soprattutto però colui che salva Marianne, che le sta discretamente vicino sempre e senza riserve, attendendo con pazienza che lei lo riconosca come l’uomo della sua vita a cui è destinata.
Un altro personaggio da me molto amato di cui si può dire ‘nomen est omen’, è il bel Capitano Wentworth, amore mai dimenticato dell’eroina Anne Elliot nel romanzo ‘Persuasione’.  ‘Worth’ infatti in inglese significa degno, di valore, meritevole: e chi più di Frederick Wentworth rappresenta il coraggio e la tenacia di aver realizzato la fortuna, navigando per i mari, che gli permetterà di coronare il suo amore perduto in giovane età? 

Prima invece di passare alle analogie trovate fra le protagoniste o co-protagoniste femminili, faccio un veloce accenno a un’allusione che mi viene sul cognome di uno dei più illustri mascalzoni che incontriamo in ‘Orgoglio e Pregiudizio’, Mr. Wickham , che tanto aveva fatto girare la testa a Lizzie Bennet almeno a prima vista. ‘Wick’ infatti significa lumicino, stoppino e, anche se senza dubbio è un po’ una forzatura, mi piace azzardare che il suo nome anticipi quanto poco possa fare egli in termini di ‘luminosità’ di fronte al magnifico Darcy!

Tra le eroine dei romanzi austeniani una su tutte ha un nome che la rappresenta appieno: Fanny Price di Mansfield Park. ‘Price’ infatti fra i vari significato ha quello di valore, prezzo, e chi conosce il romanzo sa di quanta virtù, umiltà e pazienza è dotata la giovane protagonista e del prezzo appunto che ha dovuto pagare per anni per coronare infine il suo amore con l’adorato cugino Edmund. Anche se è un personaggio minore del romanzo ‘Emma’, trovo che anche Jane Fairfax, abbia nel cognome dei riferimenti con le caratteristiche di personalità che la contraddistinguono. L’antagonista di Emma infatti, sebbene all’inizio venga introdotta da Jane Austen come personaggio dubbio, con dei segreti sospetti e quindi più negativo che altro, alla fine dimostra e rappresenta in realtà le tipiche sofferenze della condizione femminile della middle class del tempo. Jane infatti, combattuta nell’incertezza di poter sposare il suo Frank Churchill, con cui è segretamente fidanzata da un po’, e priva di un patrimonio su cui contare,  vede con rammarico come unico rimedio all’indigenza il dover prestare servizio come governante. Nonostante ciò continua a sperare nel suo giovane amore e a garantirgli fedeltà assoluta e discrezione per non comprometterlo, proprio come sta ad indicare la prima parte del suo cognome: ‘Fair’ in inglese significa giusto, leale, discreto.

In altri nomi ho ritrovato qualche riferimento ai luoghi d’ambientazione degli amati romanzi. Ad esempio la famiglia Musgrove, imparentata con gli Elliot di ‘Persuasione’ hanno nel cognome il riferimento ai boschetti e ai luoghi di campagna in cui vivono (grove = boschetto, frutteto); l’ammiraglio e la moglie Croft, in inglese piccolo podere, nello stesso romanzo, non potevano avere cognome migliore per rappresentare la dimensione familiare e semplice in cui vivono e che tanto ammira Anne; Northanger Abbey o ‘l’Abbazia della Rabbia del Nord’ dell’omonimo romanzo, sembra rappresentare il pessimo carattere del Generale Tilney, padre tiranno di Henry e Caroline che alla fine soccomberà ai suoi ambiziosi piani. 

E qualcos’altro si potrebbe dire sui cognomi Dashwood, Woodhouse, Moreland ma è meglio che mi fermi qui perché, oltre a rendermi conto che forse non era questo l’intento di Jane Austen nell’utilizzo di tutti i nomi fatti, potrei davvero andare su interpretazioni sempre più improbabili!

2 commenti:

*Susycottage* ha detto...

Beh Laura, se non era questo l'intento di Jane.......
Ma lo sai che hai fatto una grande scoperta?!
E' vero, ogni nome in qualche maniera riporta al carattere del personaggio.
Hai davanti a te una nuova professione....ricercatrice di nomi..
Esiste?!
Buona domenica cara
Love Susy x

laura ha detto...

Grazie Susy, chissà con i tempi che corrono magari ci penso davvero ;D ! Passa una domenica serena