venerdì 2 novembre 2012

Sorelle e fratelli a confronto nei romanzi di Jane Austen


In questa giornata di quiete festiva, agognata e anche un pò forzata dal tempo, mi piaceva l’idea di provare a confrontare per caratteristiche e particolarità le molte sorelle e i pochi fratelli delle eroine dei romanzi della carissima Jane Austen.
Partendo da una pura indicazione numerica, si passa dalla presenza descritta di una sola sorella a un generico ‘molti fratelli e sorelle’ cosa che, se per i tempi poteva rappresentare la normalità, oggi i rari casi a due cifre sollevano meraviglia e preoccupazione su come sia possibile e faticosa la gestione familiare.
Quindi di seguito troviamo che:
- in ‘Emma’ l’eroina del romanzo ha una sorella più grande;
- in ‘Ragione e Sentimento’ e in ‘Persuasione’ si parla di 3 sorelle per ciascun romanzo comprese le protagoniste;
- in ‘Orgoglio e Pregiudizio’ si narra delle 5 sorelle più famose;                                                    
- ne ‘I Watson’, romanzo incompleto, sono presenti 4 sorelle e 2 fratelli nel complesso;
- in ‘Northanger Abbey’ e in ‘Mansfield Park’ si scrive di un fratello grande che spicca fra gli altri ‘molti fratelli e sorelle più piccoli’ delle protagoniste.
Naturalmente sono le personalità di questi stretti parenti delle nostre eroine, e non la loro numerosità, che meritano l’attenzione più grande, per cui proverò qui sotto a farne una sintesi.

Sorelle ipocondriache: la sorella di Emma del romanzo omonimo, di nome Isabella,  viene descritta come dal buon carattere, molto devota al marito ma anche ansiosa e perennemente preoccupata della sua salute e soprattutto di quella dei figli, caratteristica ereditata dal padre, Mr Woodhouse. Ne esce comunque come personaggio positivo sebbene lontano dalla protagonista poiché immersa nel suo privato mondo familiare. Un po’ più negativo, ma simpatico a modo suo, il personaggio della sorella minore di Anne Elliot, Mary, del romanzo ‘Persuasione’, che è perennemente  ‘indisposed’ - indisposta, più per farsi compatire e per attirare su di sé l’attenzione di persona infantile e insicura che per reale fragilità fisica.
Sorelle buone: la sorella buona per eccellenza è Jane che è anche la più bella delle sorelle Bennet di ‘Orgoglio e Pregiudizio’, talmente bella che questa sua caratteristica tende a mettere in secondo piano la sua personalità. Molto simpatico ed esplicativo il commento di Mr. Bennet, suo padre, quando commenta il futuro degli sposi Jane e Mr Bingley : ‘..Non dubito che andrete molto d’accordo. I vostri caratteri si assomigliano. Siete tutti e due così arrendevoli che nessuno dei due prenderà mai una decisione; così indulgenti che tutte le persone di servizio vi imbroglieranno; e così generosi che spenderete più delle vostre rendite.’ 
Marianne di ‘Ragione e Sentimento’, passionale e romantica, è profondamente e sinceramente legata alla sorella Elinor e anche se in una fase del romanzo la critica per la sua mancata ostentazione di sentimenti, proverà per lei poi sincera felicità e affetto quando finalmente riuscirà a coronare il suo sogno d’amore con Edward. Viceversa se intendiamo Marianne la protagonista dello stesso romanzo ed Elinor la sorella, non meno si può dire del profondo affetto e generosità che dimostra quest’ultima soprattutto nel momento di maggior sofferenza dell’eroina disillusa dall’amore.
 Sorelle cattive: la cattiva per eccellenza a mio avviso risulta Elizabeth, sorella maggiore di Anne Elliot di ‘Persuasione’, presuntuosa, vanitosa e sprezzante verso entrambe le sorelle minori, fino a trattare Anne come una umile domestica. In sintesi, la fotocopia del vacuo padre, il Baronetto Sir Walter Elliot. Si annovera inoltre fra le cattive anche l’infingarda Penelope del romanzo incompleto ‘i Watson’, che per pura invidia ha fatto sfumare alla sorella maggiore Elizabeth il suo sogno d’amore con il giovane Purvis, oltre che vessare con comportamenti poco fraterni la sorella minore e da poco ritrovata Emma.
  
Fratelli con personalità mediocri: a parte il magnifico Darcy e in misura leggermente inferiore il fulgido Capitano Wentworth, non si può dire che J. Austen sia stata generosa con la caratterizzazione dei personaggi maschili nei suoi romanzi, per cui i fratelli che compaiono a fianco di tre delle nostre eroine non spiccano proprio per meriti particolari o personalità incisive. Nell’ordine possiamo ricordare William, fratello amato di Fanny Price, protagonista di Mansfield Park, che onesto ma poco abbiente e in difficoltà oggettive viene aiutato da un di lei spasimante ad entrare in Marina. James invece, fratello di Catherine Moreland di ‘Northanger Abbey’ si lascia abbindolare dall’egoista Isabella Thorpe la quale inizialmente si fidanza con lui credendolo facoltoso, ma che poco dopo molla miseramente appena viene a conoscenza delle rsue modeste condizioni di figlio di un pastore. Ne ‘I Watson’ Robert, fratello maggiore della protagonista Emma, non solo non spicca per intelletto, ma la sua mediocrità si esprime anche sottoforma di cattiveria e presunzione, alimentate dall’arrivista moglie. Anche Sam, fratello minore di Emma, sebbene più simpatico e affettuoso complice della sorella, viene descritto come medico non eccellente e alle prime armi, nonchè sfortunato in amore.

Sorelle sciocche e immature: in questa categoria spiccano due delle famose sorelle Bennet con in testa sicuramente la più giovane, viziata e civetta Lydia, che stoltamente si fa trascinare dallo scapestrato Wickham in un infelice matrimonio riparatore, seguita poi da Kitty che imita in toto gli atteggiamenti della prima per mancanza di personalità e smalto. Anche Margareth de ‘I Watson’, sorella di Emma, non spicca per simpatia, poiché spinta solo dal proprio egoismo, modula un’apparente cortesia ed affabilità nei modi che si tramuta con niente in irritazione, malevolenza e scontentezza ostentata a causa delle sue modeste condizioni economiche.

Sorelle neutre: cito infine in questa categoria due delle più piccole sorelline presenti negli amati romanzi che, per quanto non particolarmente incisive, suscitano a mio avviso comunque una certa tenerezza. La prima è la sorellina di Elinor e Marianne di ‘Ragione e Sentimento’, Margaret, che per la sua ingenuità e semplicità attira da subito le amorevoli attenzioni di Edward, suo futuro genero, mettendone indirettamente in evidenza una di lui positiva qualità. L’altra è Mary Bennet che, sebbene venga descritta come bruttina e priva di personalità, cosa che cerca di colmare con la lettura e l’applicazione continua al pianoforte, mi intenerisce soprattutto per il fatto che sia stato determinato per questi motivi il suo futuro come zitella e badante degli anziani genitori.

Probabilmente Jane Austen qualche spunto per le caratterizzazioni di questi personaggi lo ha preso anche dai suoi fratelli e sorelle, 8 in tutto. Ad esempio sono diversi i parallelismi che i critici hanno trovato fra le sorelle Dashwood, Marianne ed Elinor e la stessa Jane e sua sorella Cassandra, ma che sia vero o meno, sicuramente colpisce la fantasia nelle sfumature dei caratteri e la capacità descrittiva in generale di una delle scrittrici più talentuose di ogni secolo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

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Silvia ha detto...

Interessante articolo, complimenti! Sicuramente Jane in parte si è ispirata al suo legame così profondo con Cassandra per descrivere spesso il rapporto tra sorelle nei suoi romanzi e per fortuna: perché sono alcuni dei momenti più belli ad esempio in Orgoglio e pregiudizio e in Ragione e sentimento, quando anche nei momenti più drammatici le protagoniste sanno di poter contare sul supporto della propria sorella. Indubbiamente, Jane avrà tratto ispirazione anche dai fratelli, ma io penso che soprattutto ad ispirarla è stata la gente che conosceva e la circondava: il suo occhio così attento, preciso e ironico nell'analizzare i caratteri delle persone non poteva poi non riversarlo nei suoi personaggi! E' proprio questa grande varietà di caratteri che rende il mondo austeniano così ricco e unico!

;-)

laura ha detto...

Ma il massimo è pensare che a 12 anni aveva già cominciato a scrivere in questo modo... sto rileggendo gli 'Juvenilia'... straordinaria davvero! Grazie Silvia! A prestissimo

laura ha detto...

@Anomimo: thank you too, dear Anonimo, I'm very glad you like them!