domenica 9 settembre 2012

Persone e relazioni sindacali


Leggendo North and South di Elizabeth Gaskell (nel 1854 vi è stata la pubblicazione della prima puntata sulla rivista di Dickens “Household Words), non sfugge la capacità dell’autrice di contestualizzare la storia d’amore dei due protagonisti, Margaret Hale e Jhon Thornton, nello sfondo sociale di contrapposizione fra la realtà amena e agricola del Sud con la realtà industriale del Nord  dell’Inghilterra di metà Ottocento, cosa che non risulta essere riuscita altrettanto bene a  Charlotte Brönte nel romanzo “Shirley”, vista la critica negativa e lo scarso successo di pubblico ottenuto dal romanzo.
Gaskell riesce a rappresentare egregiamente i diversi aspetti della lotta di classe fra gli operai, che reclamano in modo sempre più organizzato migliori condizioni di lavoro, di vita/salute e di salario  (il Trade Union è una conquista inglese proprio di metà secolo) e, dall’altra parte, gli industriali che lottano per competere in contesti di mercato già allora competitivi e pressanti (si pensi ai riferimenti di Thornton alla concorrenza dell’industria americana in ambito tessile tessile). Come poi esperti critici letterari sottolineano, avendo lei stessa vissuto la realtà industriale, a seguito del necessario trasloco nella città industriale di Manchester per seguire il marito, Gaskell  in questo romanzo fa emergere prepotente la sua convinzione, maturata da osservatrice e divenuta via via sempre più profonda, che ci possa essere pur nel confronto/scontro una qualche forma di intesa o meglio ancora un modo di conciliare opportunamente gli interessi di opposte classi sociali. L’interdipendenza stretta che va a descrivere in modo mai pedante, fra la necessità dell’operaio di avere un posto di lavoro in fabbrica in un contesto ambientale ormai trasformato dall’industria che non concede tante alternative, e comunque discreti salari, e la necessità da parte degli industriali di avere le forze lavoro presenti giornalmente, puntuali e possibilmente poco polemiche, per esaudire in tempi giusti gli ordini dei clienti, è quanto mai attuale.
Lavorando in un contesto industriale, le dinamiche delle relazioni sindacali mi sono note e mi è piaciuta l’evoluzione descritta nel romanzo di un personaggio come Higgins, sindacalista con ideali socialisti e una certa intelligenza, che all’inizio per necessità ma poi anche per stima verso la persona del ‘Master’ (Padrone) del cotonificio, si sforza di imparare a comprenderne la posizione e i reali intenti dello stesso, arrivando ad impostare con lui una relazione di collaborazione e fiducia reciproca. Stessa cosa vale per Thornton che all’inizio considera Higgins un inaffidabile cialtrone rivoluzionario e poi impara ad apprezzarne gli ideali, non troppo lontani dai suoi, e le ragioni in alcuni casi fin troppo evidenti di certe sue posizioni (la morte a 19 anni della figlia Bessy per aver respirato ‘pezzi’ di cotone viste le inesistenti o quasi tutele di salute e sicurezza sui posti di lavoro del tempo o l’indigenza dei figli di Boucher, un collega, di cui Higgins si prenderà cura alla morte per disperazione del padre). L’esempio di come arrivano entrambi a sperimentare (lo definiscono più volte proprio ‘un esperimento’) la realizzazione di una mensa aziendale interna che garantisca un buon pasto giornaliero ai lavoratori e dall’altra le giuste energie per fare bene il proprio lavoro agli stessi è esemplificativo del risultato di una sana relazione fra le parti. Laddove questa relazione non è sana, ma solo impuntata o far prevalere ideologismi, cocciutaggini e spregio per l’altrui condizione/posizione, ieri come oggi a mio avviso non è in grado di fare emergere cose utili o costruttive.
La descrizione poi  di come lo sciopero, strumento per eccellenza di protesta sindacale che se mal organizzato o lasciato nelle mani di puri agitatori di masse, privi di ragioni strutturate, non fa altro che determinare sconfitta comune, è quanto mai attuale.
Naturalmente da metà Ottocento ad oggi di strada ne è stata fatta, e ancora ce n’è da fare, tanto più in un momento di crisi mondiale come quella in corso,  ma è interessante osservare come le dinamiche di fondo sono sempre le stesse. In particolare credo fermamente, e potrei raccontare qualche esempio, di come sia sempre la persona in fondo a fare la differenza, anche senza prescindere dal fatto che questa non avrebbe senso in sé se non in relazione all’altro e che il gruppo sociale, organizzato o meno, le permette di fare delle cose che da sola non sarebbero possibili.
Higgins e Thornton in North and South sono le ‘persone’ che fanno la differenza.

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