giovedì 27 settembre 2012

Passione, Fato e arti magiche


Spostandosi dall’800 al Medioevo sono interessanti le analogie che si trovano fra miti e storie d’amore famosissime e altrettanto tragiche che spesso sono diventate simbolo della rappresentazione dell’amore come desiderio devastante, passione  e sofferenza (pathos) che porta infine gli amanti alla morte. Il Medioevo è un’epoca in cui la persona, la sua volontà o le sue caratteristiche, non erano determinanti nello svolgersi degli eventi, predominava invece l’idea che essa fosse del tutto in balia del destino o Fato. La persona inoltre era tale non in quanto essere unico e speciale () ma in quanto appartenente ad una comunità a cui era strettamente dipendente in base a doveri e convenzioni non discutibili.

In questo contesto si sviluppano le due storie d’amore di Tristano e Isotta e di Romeo e Giulietta.
Il mito di origini celtiche di Tristano e Isotta, racconta di un giovane guerriero della Cornovaglia, nipote del re Marco che per riscattare la sua terra dalla sottomissione da parte del re d’Irlanda decide di partire e sopraffare i suoi nemici. Dopo uno scontro in battaglia viene ferito e curato a sua insaputa delle bella figlia del re irlandese, Isotta, che a sua volta non lo riconosce come nemico. Dopo ulteriori vicende che fanno incontrare nuovamente Isotta e Tristano, re Marco decide di sposare la figlia del re Irlandese per sanare la rivalità fra i due popoli e la ragazza accetta. Succede però che Tristano, incaricato di accompagnare la ragazza allo zio, beva erroneamente un filtro magico che la madre di Isotta aveva preparato per i futuri sposi, e lo fa bere anche ad Isotta. Risultato di questo, i due si innamorano perdutamente e da li è tutto un susseguirsi di trucchi, menzogne, espedienti e anche una fuga nella foresta per portare avanti il loro amore clandestino che dovrà cedere davanti al comunque predeterminato destino di Isotta sposa di re Marco.
Tristano sposa a sua volta una donna -senza consumare il matrimonio- la quale alla fine sarà causa della tragica morte dei due protagonisti. Ella infatti, scoperto l’amore del marito per Isotta, quando questo viene nuovamente ferito in battaglia e manda a chiamare Isotta per curarlo con i suoi rimedi da curatrice,  fa in modo di fargli credere che l’amata non vuole raggiungerlo e così Tristano si lascia morire. Arrivata Isotta dal defunto amore si lascia a sua volta morire.
Non c’è dunque nessuna possibilità per questo amore che cerca in tutti i modi di trovare il suo spazio se non quando trascende nell’eternità della morte.
La tragedia shakespeariana più famosa al mondo, Romeo e Giulietta ha dei punti in comune con il mito di Tristano e Isotta. Lo scontro fra due popoli opposti, qui fazioni, i Capuleti e i Montecchi e le difficoltà dell’amore fra i due protagonisti superata in parte con l’inganno della celebrazione del loro matrimonio all’insaputa di tutti; la pozione magica che Frate Lorenzo da a Giulietta per evitare il matrimonio impostole con Paride, giovane nobile che l’ha chiesta in sposa, che la fa sembrare morta per 42 ore in attesa che il suo Romeo la vada a prendere per fuggire insieme; l’equivoco di Romeo che pensa che lei sia morta (Tristano pensava che Isotta non lo volesse più) che lo porta a suicidarsi mentre Giulietta stessa si sta risvegliando; il repentino ricongiungimento dei due amanti nella morte come unico rimedio per rimanere per sempre uniti.
Anche qui il Fato è sovrano almeno a livello terreno, le pozioni magiche o i rimedi curativi che dir si voglia, innescano potenti processi irreversibili (l’amore per Tritano e Isotta, la morte per Giulietta e Romeo) e la passione dei due amanti raggiunge i massimi livelli di romanticismo che mai sono stati tramandati.
Oltre a leggere la tragedia di Shakespeare e raccogliere informazioni sul mito di origine celtica o ritrovarlo proposto qua e là da vari autori, meritano essere visti gli adattamenti cinematografici. In particolare ‘Tristano e Isotta’ di Kevin Reynolds del 2005 con il notevole James Franco e Sophia Myles, il bellissimo ‘Romeo e Giulietta’ di Franco Zeffirelli del 1968 con Olivia Hussey e Leonard Whiting o il più moderno ‘Romeo+Juliet’ di Baz Luhrmann del 1996 con un giovane Leonardo di Caprio e Claire Danes.
Sempre medievali, ma senza filtri magici e di un modello di amore più cortese sono invece le storie di Ginevra e Lancillotto e di Paolo e Francesca di memoria dantesca, di cui però farò in un altro post qualche altra piccola riflessione.

2 commenti:

*Susycottage* ha detto...

Buongiorno Laura,
mi sono persa nel leggere i tuoi post
che trovo moooolto interessanti e adesso conosco meglio questa storia,
grazie!!
Love Susy x

laura ha detto...

Ciao Susy! grazie che sei tornata a trovarmi! Se non l'hai già fatto guarda il film di Tristano e Isotta xchè anche se riadattato fa davvero sognare...almeno a me fa questo effetto ogni volta ! Buon mercatino x domani prima o poi mi organizzo e passo a trovarti..a proposito che super location villa Contarini!
A presto
Laura