sabato 10 agosto 2013

Danubio, scorrere di vite e storie



Guardando quest’acqua giovane e sottile del neonato Danubio mi chiedo se, seguendolo fino al delta, fra popoli e genti diverse, ci si inoltra in un’arena di scontri sanguinosi o nel coro di un’umanità nonostante tutto unitaria nella varietà delle sue lingue e delle sue genti’.

                                       C. Magris , ‘Danubio’ 2006

Chissà se Sissi, futura Imperatrice d’Austria e Regina d’Ungheria, ha fatto una riflessione simile a quella di Claudio Magris nella sua opera intitolata ‘Danubio’, quando il 20 aprile del 1854 ha abbandonato Monaco definitivamente intraprendendo lungo il Danubio il viaggio che l’avrebbe portata tre giorni dopo a Vienna per coronare con il matrimonio l’ingresso nella sua nuova famiglia imperiale.
Conosciamo il lato favoloso e splendente della vita di questa famosa imperatrice grazie alla Trilogia di film  ‘La principessa Sissi’ con Romy Schneider e l’altrettanto mal di vivere che la stessa ha provato nella realtà causato dall’insofferenza per una vita fatta di rigide regole e formalità di personaggio pubblico e di potere che poco le si attagliava. In due bellissimi post a cui rimando, Silvia del blog ‘Vorrei essere un personaggio austeniano’ racconta le due facce della Principessa, quella dell’immaginario popolare e quella della vita reale.

Ma è sul Danubio che vorrei soffermarmi brevemente perché nei giorni scorsi, durante un viaggio di lavoro, ho avuto la fortuna di osservarlo da vicino, di ascoltarne il vivace moto che controcorrente alla maggior parte dei fiumi si snoda da ovest a est e che nei suoi 2800 chilometri di percorso  tocca i confini di ben 10 nazioni.
Il Danubio nel suo inesorabile scorrere attraverso i secoli è stato testimone delle vite di grandi imperatori e imperatrici, di sanguinose guerre dei paesi dell’ex blocco comunista e del fenomeno della globalizzazione dell’Europa dell’Est che sta modernizzando in modo violento i paesi neo-comunitari, come osserva giustamente il giornalista italiano Paolo Rumiz. Claudio Magris nel suo romanzo ‘Danubio’ coglie da viaggiatore luci, odori e stralci delle molteplici culture che attorno a lui si snodano, che da lui sembrano generarsi fino a perdersi nelle torbide acque del delta del Mar Morto, luogo ancora poco conosciuto e da noi per certi versi ancora temuto.

Osservando il Danubio nel suo passaggio a Bratislava ho provato in prima battuta un po’ di soggezione, che ha poi lasciato il posto ad una sensazione di tormentata inesorabilità unita a grande rispetto.


 






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