Ieri era Halloween
e siccome la globalizzazione non è solo una idea sociologica dell’ultimo
decennio, anche da noi questa festa molto americana ha preso parecchio piede.
Chi poi ha bambini sa bene che il rituale del ‘treat or trick’ è
quasi un
obbligo, sempre che non si riesca a sviarlo con una festina carnevalesca
sostitutiva. Io ho scelto la seconda e, sebbene in formula ristretta (erano 8
bambini/e fra i 2 e i 6 anni), il caos e il divertimento ‘mostruoso’ sono stati
i veri protagonisti del tardo pomeriggio di ieri.
Documentandomi un
po’ ho scoperto però che la festa di Halloween, pur arrivando dagli USA, in realtà ha lontane origini celtiche. Come ho
trovato sul sito irlandando.it, che qui cito e ringrazio:
“..Halloween corrisponde a Samhain,
il capodanno celtico. Dall’Irlanda, la tradizione è stata poi
esportata negli Stati Uniti dagli emigranti, che, spinti dalla terribile
carestia dell’800, si diressero numerosi nella nuova terra.
Il nome Halloween (in irlandese Hallow E’en),
deriva dalla forma contratta di All Hallows’ Eve, dove Hallow
è la parola arcaica inglese che significa Santo: la vigilia di tutti i Santi,
quindi.
I Celti erano prevalentemente un
popolo di pastori, a differenza di altre culture europee, come quelle del
bacino del Mediterraneo. I ritmi della loro vita erano, dunque, scanditi dai
tempi che l’allevamento del bestiame imponeva, tempi diversi da quelli dei
campi.
Alla fine della stagione estiva, i pastori
riportavano a valle le loro greggi, per prepararsi all’arrivo dell’inverno e
all’inizio del nuovo anno. (…) Il passaggio dall’estate all’inverno e dal
vecchio al nuovo anno veniva celebrato con lunghi festeggiamenti, lo Samhain che si celebrava fra il 31 Ottobre e il 1°
Novembre, e il cui
significato deriverebbe dal gaelico samhuinn e significa “summer’s end”, fine
dell’estate. (…). L’evento serviva ad esorcizzare l’arrivo dell’inverno e dei
suoi pericoli, unendo e rafforzando la comunità grazie ad un rito di passaggio
che propiziasse la benevolenza delle divinità.
La morte era il tema principale
della festa, in sintonia con ciò che stava avvenendo in natura: durante la
stagione invernale la vita sembra tacere, mentre in realtà si rinnova
sottoterra, dove tradizionalmente, tra l’altro, riposano i morti. Da qui è
comprensibile l’accostamento dello Samhain al culto dei morti.
Samhain era, dunque, una celebrazione che univa
la paura della morte e degli spiriti che in quell’occasione ritornavano sulla
terra, all’allegria dei festeggiamenti per la fine del vecchio anno. Durante la
notte del 31 ottobre si tenevano dei raduni nei boschi e sulle colline per la
cerimonia dell’accensione del Fuoco Sacro e venivano effettuati sacrifici
animali. Vestiti con maschere grottesche, i Celti tornavano al villaggio,
facendosi luce con lanterne costituite da cipolle intagliate al cui interno
erano poste le braci del Fuoco Sacro.
Dopo questi riti i Celti continuavano i
festeggiamenti per altri 3 giorni, mascherandosi con le pelli degli animali
uccisi per spaventare gli spiriti.
In Irlanda si diffuse l’usanza
di accendere torce e fiaccole fuori dagli usci e di lasciare cibo e latte per
le anime dei defunti che avrebbero reso visita ai propri familiari, affinché
potessero rifocillarsi e decidessero di non fare scherzi ai viventi.”
Da qui i
festeggiamenti, le maschere, i fuochi dentro le cipolle che poi sono diventate
zucche e i dolcetti alla porta per scongiurare gli scherzetti degli spiriti.
Gli spiriti e i
mostri sono stati spesso rappresentati come streghe, mostri, fantasmi e
vampiri. E infatti alla festa di ieri erano presenti ben 5 vampiri, una
streghetta e un mini fantasma (una bimba si è rifiutata invece di vestirsi); e
c’erano le zucche, le dita mozzate delle streghe e i ragni.
Oggi poi per
completare il tutto mi sono vista ‘Dark Shadows’ del 2012 di Tim Burton con Johnny
Deep, Eva Green e
Michelle Pfeiffer. Un film gotico e surreale, come solo Tim
Burton sa fare, che narra la storia del vampiro Barnabas Collins che dopo quasi 200 anni di sonno torna ‘in vita’.
Catapultato negli anni ’70, Barnabas cercherà di reinserirsi nella famiglia composta
dai suoi singolari discendenti e di riportare in attivo la vecchia e lucrosa
attività di commercio che avevano fondato i suoi genitori. Ritroverà l’amore e
anche la strega che in quanto immortale continua a perseguitarlo per amore e gelosia.
Un film burtoniano con l’attore burtoniano per eccellenza, Johnny Deep:
non posso dire che non mi sia piaciuto (l’atmosfera era perfetta per la festa
appena passata) ma neanche che mi abbia fatto impazzire. Un po’ sconclusionata
la trama e in certi passaggi poco convincente, con un protagonista parente un po’
lontano dei magnifici Edward mani di forbici e Ichabod Crane de ‘I misteri di Sleepy
Hollow’ ma sempre Deep nell’anima. Belle
le ambientazioni e lo humor nero che spesso traspare come puro divertimento più
per il regista stesso che per il pubblico.
Concludo quindi
riponendo maschere e zucche, e mangiucchiando i molti dolcetti recuperati, procedo
verso un lungo week end di pieno relax.
Buon Halloween in ritardo a tutti!
4 commenti:
Grazie a te Laura adesso ne so di più su questa festa, grazie.
Che pauraaaaa quelle dita mozzate....sembrano vere!!!
Anch'io adoro Tim Burton e i suoi film gotici.
Love Susy x
Cara Susy le dita hanno avuto un successone 'mostruoso'!! Più' di qualcuno si è' rifiutato di mangiarle anche se erano buonissime ! :D
Complimenti per il blog! E' molto bello e lo seguirò con piacere!
Grazie Antonella! Anch'io da un po' seguo il tuo con molto interesse! A presto :)
Posta un commento